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venerdì 8 agosto 2014

La Natura e il Paesaggio


La Natura e il Paesaggio

Con il Patrocinio del comune di Specchia, nell’ambito dell’Estate Specchiese, l’associazione culturale e20cult presenta: “La natura e il paesaggio” personale di Luigi De Giovanni.
Inaugurazione: 10 agosto ore 21,00
Sutta Le Capanne du Ripa
Piazza del Popolo, 21A Specchia (LE)
Dal 10 agosto al 15 settembre   
Allestimento a cura dell’Arch. Stefania Branca
         
L’associazione culturale e20cult, con il Patrocinio del comune di Specchia, nell’ambito dell’Estate Specchiese, presenta “La natura e il paesaggio” personale di Luigi De Giovanni. Durante la mostra verranno presentati degli eventi culturali e delle performance, con letture programmate di volta in volta, che vedranno coinvolti l’artista, amanti dell’arte e genitori e figli.

La natura e il paesaggio
Davanti alle tele Luigi De Giovanni avverte la forte urgenza d’appagare il naturale impulso che lo porta a fissare nell’istante le sue percezioni pittoriche. Infatti, l’artista, non ha bisogno di soffermarsi a lungo per meditare le pennellate di cui conosce i percorsi e gli andamenti, perché è l’istinto che lo guida a cogliere, con sensibilità, quelli delle vibrazioni luministiche della natura. Egli, nella sua tendenza alla solitudine, vive un intimo dialogo con il paesaggio cui si abbandona nell’ascolto dei sussurri silenziosi del Genius Loci che conosce da sempre. Nella sua terra, si estrania dalle angosce che tormentano la società, e si lascia guidare dalle sensazioni coloristiche interpretando i luoghi del suo Io e dell’infanzia con ancestralità. Tracce di colore, che rincorrono la durata dell’attimo, raccontano il tempo e i paesaggi dell’uomo in contorte pennellate che inseguono gli aggrovigliamenti della natura del Salento. Gli ulivi si vestono della luce del giorno in verdi che, dai toni del sole, si tingono in colori di luna. Il nascente mattino stempera le ombre dell’alba in luminescenze abbaglianti che dissolvono le forme. Nel racconto pittorico di Luigi De Giovanni gli orizzonti si allontanano in un’apertura alla vita che non vuole confini, facendo si che i profili dei luoghi diventino profili dell’animo. Descrizioni che non si soffermano all’esteriorità del momento ma vanno alla ricerca dell’humus e del Genius che sono anima dei luoghi. Anima che differenzia, rendendo Specchia, paese dei suoi primordi e dei ricordi dei vagiti, vestita di armonie quasi magiche.            Federica Murgia
Specchia 1 agosto 2014

Sutta Le Capanne Du Ripa
Piazza del Popolo, 21A Specchia (LE)

Contatti: Cell. 329 2370646













domenica 27 luglio 2014

De Giovanni Luigi pittore contemporaneo a trica palazzo gallone

Home - De Giovanni Luigi pittore contemporaneo - Creazioni d'arte - Cagliari













Forme e colori dal Mediterraneo”

Dal 15 luglio al 31 agosto 2014 la collettiva d’arte “Forme e colori dal Mediterraneo”, vedrà esporre al piano nobile di Palazzo Gallone gli artisti Mimmo Camassa, Enzo De Giorgi, Luigi De Giovanni, Kristine Kvitka, Francesco Pasca, Andrea Ritrovato, Stefania Rizzo. Lorenzo Sparascio.
Nell’ottica di un recupero dell’edificio quale location espositiva – spiega l’assessore Sergio Fracasso – le sale di Palazzo Gallone ospiteranno nell’ambito del cartellone estivo promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Tricase le opere di otto artisti e i diversi linguaggi dell’arte attraverso i quali ognuno di loro riesce a tradurre il personale sguardo sul mondo.
Dalle icone di Mimmo Camassa, capace di reinventare la grande tradizione iconografica antica per raccontare le storie e i martiri di Santi e Madonne, alle visioni oniriche firmate Enzo De Giorgi che riesce a trovare una chiave lirica per leggere la realtà anche quando si tratta di riaprire i libri di Storia e sfogliare tra le sue pagine più dolorose come la Shoah.

Dalle “tracce di ri€voluzione” di Luigi De Giovanni con l’indagine pittorica sui cambiamenti della società, partendo dagli anni della contestazione giovanile ad oggi, all’universo femminile raccontato da Kristine Kvitka. Sui luoghi del visibile e dell’intellegibile si interroga la pittura di Francesco Pasca con le sue creazioni al limite tra geometria e singlossia dove è labile il confine tra universo visivo e verbale. Alle nuove visioni del sacro di Andrea Ritrovato con i suoi simbolici giochi prospettici ai paesaggi poetici di Stefania Rizzo che diventano spazi cromatici per la sua personale poetica sulla riflessione e la memoria. Infine, i volti espressivi e intensi del giovane Lorenzo Sparascio che ricordano le cifre stilistiche del neorealismo italiano.

La mostra patrocinata e promossa dal Comune di Tricase in collaborazione con Il Raggio Verde edizioni, si potrà visitare tutti i giorni con ingresso libero dalle ore 20 alle ore 24.
Mimmo Camassa Nato a Bari nel 1964 Mimmo Camassa frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti. Affascinato dalla tradizione iconografica antica dell’età medioevale segue i corsi di Arte Sacra all’Istituto Santa Scolastica di Bari con Tony Bux. Nel 1986 inizia come “madonnaro” per poi dedicarsi alla pittura sacra organizzando mostre in Puglia e in Italia. Espone a Milano, Roma, Bologna, Ferrara ottenendo consensi e riconoscimenti tra i quali la lettera di ringraziamento dal Vaticano nel 2005 e l’invito a partecipare a “Dettagli d’autore” rubrica di Uno Mattina su Rai uno. Vive e ha un suo studio a Tricase. L’artista – scrive Donato Valli – ha raggiunto “un livello espressivo che associa all’incanto della tradizione iconografica la composta decorazione di un reinventato “liberty” con le sue caratteristiche di stilizzazione e di simbolo. Tutto converge in un istintivo decoro di sentimenti, da intendere come coscienza della propria dignità ed esaltazione di una fantasia governata dalla misura e dal sentimento di una profonda umanità”.
Enzo De Giorgi Nato a Nizza Monferrato, in provincia di Asti, da genitori salentini, Enzo De Giorgi vive e lavora nel Salento. La sua formazione artistica parte da Lecce, dove frequenta l’Istituto d’Arte e successivamente l’Accademia di Belle Arti, e si matura negli anni con le sue personali ricerche stilistiche in luoghi e incontri diversi. Dal 1996 divide la sua passione artistica con l’attività didattica svolta nel cuneese, nel bresciano e, infine, nel leccese dove tuttora insegna “Discipline Pittoriche” presso il Liceo Artistico di Lecce. La sua continua ricerca estetica lo porta a sperimentare tutti i linguaggi delle arti visive: fumetto, scenografia, scultura, decorazione, grafica, musica e video. Con la sua arte riesce a raccontare per immagini storie, in bilico tra mondo reale e onirico, che fluttuano leggere calate in atmosfere liriche e complesse in cui vale l’aforisma shakespeariano “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”.
Luigi De Giovanni Nato a Specchia, dove ha un proprio atelier, Luigi De Giovanni vive ed opera tra il Salento e Cagliari. Dopo aver conseguito la maturità all’Istituto d’Arte di Poggiardo nel 1969 si trasferisce a Roma dove nel 1974 si diploma in Scenografia all’Accademia di Belle Arti iniziando una intensa attività artistica che lo porta ad esporre a New York, Tokyo, Bruxelles, Madrid, Gent, Ginevra, Parigi oltre che a Milano, Roma, Firenze, Venezia, Bologna…Nel 2012, con la curatela di Toti Carpentieri, ha esposto a Lecce il ciclo di opere “Tracce di rivoluzione”, lettura dei cambiamenti che hanno caratterizzato la società e i costumi dalla seconda metà del Novecento andando a sfogliare le pagine più dolorose della storia europea e italiana: le grandi guerre, la caduta del muro di Berlino, il ‘68, la crisi economica e politica dei nostri giorni. Nel dicembre 2012 a Specchia ha presentato l’antologica “In itinere. Visioni, segni e figure 1966 – 2012”. Nel 2013 con la mostra “Dialogo con la Natura. Oltre i 16:9” ha esposto a Brindisi, Mesagne, Tricase.
Kristine Kvitka è una pittrice di origine lettone, nata a Riga nel 1983, che attualmente vive e lavora tra Tricase(LE) e Riga(Lettonia). Ha iniziato la formazione artistica nel 1994, frequentando per due anni la Scuola Elementare di arti applicate a Riga (1994 – 1995), per poi proseguire il percorso formativo alla Jana Rozentala Rigas High Art School (1995 – 2003). La logica conseguenza del tipo di istruzione ottenuta al liceo è stata quella di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Lettonia (2003 – 2010), con indirizzo Pittura. Durante il percorso educativo Kristine ha studiato per due volte in Italia all’Accademia di Belle Arti di Lecce (2006 e 2008). Nella sua carriera la pittrice ha fatto molte mostre personali, tra cui due in Italia, e ha partecipato a svariati eventi artistici (mostre collettive, plein air internazionali, festivali di arte, simposi) in diversi paesi europei. Le sue opere d’arte si trovano in molte collezione private in diversi paesi come Lettonia, Italia, Austria, Australia, Islanda, Germania , Regno Unito, Russia, ecc.

Telefono: (+39) 3884988428 – E-mail: kristinekvitka@inbox.lv
Francesco Pasca Nato a Sanarica (Lecce) nel 1946 Francesco Pasca vive ed opera a San Pietro in Lama (Le). Nelle Arti Visive partecipa dal 1963 con contaminazioni che spaziano dal neocostruttivismo all’informale e con performance gestuali e visive. Nel 1979, parallelamente all’adesione al Gruppo Granma, collabora al Manifesto della Singlossia voluto dalla semiologa Rossana Apicella e alle iniziative dette della stagione post-poetica visiva. Si dedica alla scrittura, alla pittura, ai linguaggi multimediali. Partendo dall’assunto longhiano “L’arte non è imitazione della realtà, ma interpretazione individuale di essa” Francesco Pasca elabora figurazioni, rigorosamente geometriche “contaminate” da cifre e lettere che traducono il suo personale sguardo sulla realtà. Nelle sue opere convivono proporzioni matematiche, figure e simboli che trovano nella forza del colore il denominatore comune e, nella singlossia, la risultante dell’incontro tra linguaggio visivo e verbale. Nel 2013 ha esposto a Lecce con la mostra Palindromie – verso e senso nel nodo rovescio del colore.
Andrea Ritrovato nasce a Tricase il 2.10.64. L’interesse per il disegno ed un particolare amore per la pittura si rivelano al primo anno di Scuola Media. Artista successivamente frequenta l’Istituto d’Arte “G. Pellegrino” di Lecce conseguendo il diploma nel 1985. Nel capoluogo leccese Ritrovato frequenta poi l’Accademia di Belle Arti e consegue il diploma nel 1988. Nell’anno scolastico 1987-’88 rappresenta l’Accademia di lecce partecipando alla nota rassegna EXPO ART di Bari con l’opera “L’aquilone umano”. Nel 1990 insegna Discipline Pittoriche, per l’intero anno scolastico, nell’Istituto Magistrale “Colombini” di Piacenza. Andrea ha partecipato a diversi concorsi nazionali e a diverse estemporanee di pittura e negli ultimi anni ha allestito alcune mostre personali. Nel 1998 ha partecipato, con la galleria “Mentana” di Firenze, ad una mostra intitolata “Mia Arte” a Milano, nel pressi di Porta C. Magno. L’artista oltre alle sue particolari opere, esegue su commissione lavori di qualsiasi genere.
Stefania Rizzo Nata a Zug, in Svizzera, Stefania Rizzo si diploma nel 1987 all’Istituto Professionale Stilista di Moda. Disegna abiti da sposa e per diversi anni confeziona abiti su misura per donna. Ma nel silenzio dello spazio tra una cucitura e l’altra prende coscienza che quella non è la sua strada. Alcune vicissitudini la porteranno a “provare” a dipingere su tavole di legno dimenticate in qualche cantina…Ne segue l’apprezzamento da parte di cultori d’arte e questo le darà la spinta a proseguire. Dipinge da diversi anni e il suo linguaggio pittorico si concentra soprattutto “…sul paesaggio come emblema del sublime e dello stato d’animo e sullo spazio cosmico che diventa scenario delle composizioni

in cui l’artista porta agli estremi la sua poetica della riflessione e della memoria…” (Nicola Cesari, “Cromatismo e valore poetico in perfetta simbiosi nella pittura di Stefania Rizzo”). Attualmente la sua ricerca si concentra oltre che sul colore anche sui supporti di legno antico: sportelli, imposte, tavole per pressare il tabacco, su cui depone i propri linguaggi d’autore. Le sue opere si trovano in varie collezioni private in Italia e all’estero.

Esposizione permanente di pittura in via S.Demetrio 12, centro storico, Tricase, (LE) - Cell + 39 338- 99 81 748 STEFANIA RIZZO www.stefaniarizzo.com – e-mail: stefy_rizzo@virgilio.it
Lorenzo Sparascio

Giovane artista di grande sensibilità, Lorenzo Sparascio nasce a Tricase nel 1994, attraversa gli studi d’arte evidenziando subito un talento straordinario per un disegno, fortemente espressivo e viscerale, dai tratti immediati che ricordano cifre stilistiche del neo realismo italiano. Gli aspetti pittorici di questo giovane Artista – scrive il prof. Massimo Marangio – sono di un’efficacia fantastica, le cui risultanze estetiche abbracciano stili vicini a Freud, Guttuso e Vespignani.

L’Artista vive ed opera a Tricase.




















sabato 14 giugno 2014

Contempor-Art 2014 Rassegna d'arti visive


Galleria d’Arte Mentana Firenze
P.zza Mentana 2/3 r- 50122 (FIRENZE)            
Telef. 055.211985 - Fax. 055.2697769

Contempor-Art  2014
Rassegna d'arti visive


Spazio Galleria

OPENING Sabato 21 Giugno Ore 18.00
21 GIUGNO-20 LUGLIO

ARTISTI:
Mary Wells   (USA)
Patricia Serrano   (Spagna)
Aleiandro Fernandez  (Perù)
Francesco  Cesari   (Italia)
Julieta Bravo Cid   (Cile)
Cinzia Cucini  (Italia)


La Galleria d’Arte Mentana continua il suo impegno nella valorizzazione dei linguaggi dell’arte, attraverso la rassegna Contempor-Art: un appuntamento mirato alla promozione di artisti  che rappresentano l’eccellenza nelle molteplici discipline artistiche.
Sarà un piacere incontrarla tra i nostri amici, clienti, critici e collezionisti.
Cordialmente
Art Director, Giovanna Laura Adreani


WWW.GALLERIAMENTANA.IT
galleriamentana@galleriamentana.it

I nostri orari:
11.00/13.00     16.30/19.30
domenica e lunedì mattina chiuso 

lunedì 12 maggio 2014

“Internato 159534”

“Internato 159534”

studio sutta le capanne du ripa specchia lecce





“SPECCHIAmoci... nei libri 2014”
17 maggio alle 10.30

Gli alunni delle III classi della 
Scuola Secondaria di Primo Grado di Specchia
incontrano
Nicola Santoro autore di  “Internato 159534” 
testimonianze di Nicola Santoro e Fernando Simeoni
militari internati italiani nei campi nazisti, Il Raggio Verde edizioni


L'Associazione Culturale “E20cult” - sez. di Specchia, con il patrocinio del Comune di Specchia, dà avvio al suo complesso e articolato progetto “SPECCHIAmoci... nelle pagine”, ideato al fine di favorire e stimolare l'abitudine alla lettura , considerata elemento chiave della crescita personale, sociale e culturale. 
Il primo, di numerosi e diversificati appuntamenti vedrà  protagonisti i ragazzi della classe terza della Scuola Superiore di Primo Grado “Don Luigi Sturzo” di Specchia, in un vero viaggio nella memoria, nel quale saranno accompagnati da una guida davvero unica, Nicola Santoro, che porterà la sua testimonianza diretta.
Nicola Santoro e Fernando Simeoni sono stati due militari italiani durante la seconda guerra mondiale. Dopo l'armistizio, firmato dall'Italia l'8 settembre del 1943, alcuni soldati italiani  furono catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich. A quel tempo Nicola Santoro aveva solo 19 anni e oggi, a novant'anni, dedica il suo tempo al recupero della memoria per testimoniare ai giovani le atrocità della guerra e dell'esperienza della prigionia che lui ha condiviso con Simeoni, scomparso nel 2010.
E sabato 17 maggio alle 10.30 porterà il suo racconto ai giovanissimi studenti di Specchia, dove presenterà il suo libro “Internato 159534”, edito da Il Raggio verde edizioni.
É un libro che vuole rompere il silenzio e far conoscere le vicende che Nicola e Fernando e molti altri hanno vissuto sulla propria pelle. “Insieme, danno voce alla tenace, coraggiosa, non minore “Resistenza” degli IMI (nome dato dai nazisti ai soldati catturati e deportati), che in stragrande maggioranza non cedettero alla proposta di continuare la guerra accanto ai nazisti.- si legge nell’introduzione del presidente del consiglio regionale di Puglia Onofrio Introna. Sarebbe stata la salvezza: non più “schiavi di Hitler”, via dal filo spinato, dagli appelli al gelo, dal lavoro coatto, dal digiuno la domenica – perché non si lavorava – meglio nutriti, meglio vestiti, niente botte per un pastrano. Nonostante tutto, dissero “NO”. Il dato principale della vicenda degli IMI è il massiccio rifiuto di collaborare coi tedeschi e i fascisti. 600mila italiani di ogni Arma, Corpo e grado preferirono affrontare, consapevolmente, quelle condizioni impossibili. A costo di 20 mesi di stenti in Germania, che in 40-50mila pagarono con la vita.
Gli italiani non vollero venir meno al giuramento di fedeltà alle Istituzioni, difesero la dignità personale e l’onore delle forze armate italiane. Si opposero alla violenza, tennero idealmente alto il vero Tricolore, preferirono affrontare le sofferenze piuttosto che tornare a combattere a fianco di chi negava i diritti umani e in Russia aveva mostrato ai nostri soldati il volto di massacratori senza pietà di ebrei e slavi. In questo senso gli IMI entrarono a pieno diritto nella Resistenza.”

Un volume che Nicola Santoro dedica a tutti coloro che hanno un ruolo nella società e nelle istituzioni, affinché ogni loro decisione sia assunta sempre nel rispetto della vita e della dignità altrui. Nato a Cursi il 22 febbraio 1924, secondo di sette figli, fu arruolato nel 1943 con l’incarico di marconista del Genio Militare presso la caserma di Udine. Fatto prigioniero trascorse due anni circa nel campo di lavoro di Treuenbrietzen. Dopo la sua liberazione, dal 1948 al 1979, lavora presso le Poste Italiane prima come impiegato poi come direttore. Da sempre antifascista ha militato nel partito della Democrazia Cristiana e si è impegnato nel suo paese come amministratore comunale dal 1955 al 1975.
Fernando Simeoni nasce il 12 dicembre 1923 a Civitavecchia dove muore nel 2010. Segnalatore della Marina Militare venne fatto prigioniero nel 1943. Dopo circa due anni di prigionia, al suo rientro in Italia non trovò più i suoi genitori morti durante un bombardamento anglo-americano. Venne assunto in servizio al Comando Generale della Scuola di Guerra di Civitavecchia come coadiuvatore superiore fino al momento del pensionamento.

Gli alunni delle III Classi della Scuola Secondaria di Primo Grado di Specchia incontreranno Nicola Santoro, che ha vissuto la terribile esperienza della prigionia nei campi di  lavoro nazisti, autore del libro “Internato 159534” “testimonianze di Nicola Santoro e Fernando Simeoni,  militari internati italiani nei campi nazisti, Il Raggio Verde edizioni. 
Con la sua testimonianza, oggi confluita nelle pagine di “Internato 159534”, Nicola Santoro fa chiarezza su quello che fu la vicenda  degli IMI. 
I.M.I. fu il nome dato dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell’Armistizio di Cassibile (8 settembre 1943). Nicola Santoro nel 1943 aveva appena 19 anni e si ritrovò a condividere l’atroce esperienza della prigionia insieme a Fernando Simeoni che tenne un diario che integra il volume “Internato 159534” .
Simeoni è scomparso nel 2010 e se fosse ancora vivo condividerebbe la missione che Nicola oggi novantenne dedica al recupero della memoria per testimoniare ai giovani tutta l’atrocità della guerra.  “Questo libro che raccoglie le memorie di Nicola Santoro, internato 159534, fornisce un contributo di grande rilievo per la conservazione della memoria delle vicende per troppo tempo dimenticate di questi soldati che lasciati a se stessi dopo l’8 settembre si trovarono ad affrontare da soli la marea montante di una storia che la società avrebbe cercato, subito dopo, di rimuovere. Spiega nella prefazione Loredana Di Cuonzo dirigente scolastica del Liceo Classico “Giuseppe Palmieri” di Lecce, tra gli istituti scolastici che nel corso degli anni Nicola ha voluto visitare, accompagnato dal figlio Edoardo, portando agli studenti del Salento la sua testimonianza di prigioniero nei campi di concentramento tedeschi. 
Pagine dolorose della nostra Storia sulle quali è caduto un pesante silenzio. “Delle vicende degli internati militari italiani, infatti, si è tornati a parlare solo poco più di due decenni fa, alla metà degli anni Ottanta. – spiega la stessa Di Cuonzo. Questo silenzio è dovuto anche al fatto che i prigionieri italiani erano stati internati anche dagli alleati in campi di concentramento in molte zone del mondo, questo rallentò molto il loro rimpatrio, ma la motivazione importante di questo silenzio si può ritrovare nelle responsabilità che l’esercito italiano ha avuto riguardo alla tragedia degli I.M.I.: era stato proprio l’esercito ad abbandonarli e per questo si è preferito non pubblicizzarne troppo le vicende dei prigionieri italiani, esaltando invece molto di più l’opera della resistenza armata.”  
Un libro che vuole rompere il silenzio. Far conoscere le vicende che Nicola, Fernando e tantissimi altri hanno vissuto sulla propria pelle. “Insieme, danno voce alla tenace, coraggiosa, non minore “Resistenza” degli IMI, che in stragrande maggioranza non cedettero alla proposta di continuare la guerra accanto ai nazisti.  – si legge nell’introduzione del presidente del consiglio regionale di Puglia Onofrio Introna. Sarebbe stata la salvezza: non più “schiavi di Hitler”, via dal filo spinato, dagli appelli al gelo, dal lavoro coatto, dal digiuno la domenica – perché non si lavorava – meglio nutriti, meglio vestiti, niente botte per un pastrano. Nonostante tutto, dissero “NO”. Il dato principale della vicenda degli IMI è il massiccio rifiuto di collaborare coi tedeschi e i fascisti. 600mila italiani di ogni Arma, Corpo e grado preferirono affrontare, consapevolmente, quelle condizioni impossibili. A costo di 20 mesi di stenti in Germania, che in 40-50mila pagarono con la vita.
Gli italiani non vollero venir meno al giuramento di fedeltà alle Istituzioni, difesero la dignità personale e l’onore delle forze armate italiane. Si opposero alla violenza, tennero idealmente alto il vero Tricolore, preferirono affrontare le sofferenze piuttosto che tornare a combattere a fianco di chi negava i diritti umani e in Russia aveva mostrato ai nostri soldati il volto di massacratori senza pietà di ebrei e slavi. In questo senso gli IMI entrarono a pieno diritto nella Resistenza.”

Un volume che Nicola Santoro dedica a tutti coloro che hanno un ruolo nella società e nelle istituzioni, affinché ogni loro decisione sia assunta sempre nel rispetto della vita e della dignità altrui. Nato a Cursi il 22 febbraio 1924, secondo di sette figli, fu arruolato nel 1943 con l’incarico di marconista del Genio Militare presso la caserma di Udine. Fatto prigioniero trascorse due anni circa nel campo di lavoro di Treuenbrietzen. Dopo la sua liberazione, dal 1948 al 1979, lavora presso le Poste Italiane prima come impiegato poi come direttore. Da sempre antifascista ha militato nel partito della Democrazia Cristiana e si è impegnato nel suo paese come amministratore comunale dal 1955 al 1975. 

Fernando Simeoni nasce il 12 dicembre 1923 a Civitavecchia dove muore nel 2010. Segnalatore della Marina Militare venne fatto prigioniero nel 1943. Dopo circa due anni di prigionia, al suo rientro in Italia non trovò più i suoi genitori morti durante un bombardamento anglo-americano. Venne assunto in servizio al Comando Generale della Scuola di Guerra di Civitavecchia come coadiuvatore superiore fino al momento del pensionamento.




Introduzione di Onofrio Introna presidente del Consiglio regionale di Puglia
Giovani, anche giovanissimi, mai vinti, mai piegati. La dignità del nostro Paese l’hanno riscattata per primi, con il “NO!”, dietro il filo spinato, nonostante i momenti di sconforto, sfidando la fame, affrontando le malattie, superando il dolore, le privazioni di una condizione subumana. Erano gli IMI, gli internati militari
italiani nei lager tedeschi. Non prigionieri di guerra, perché catturati quando il Paese non aveva ancora dichiarato guerra alla Germania. Non tutelati dalle convenzioni internazionali. Abbandonati dal proprio governo l’8 settembre. Se non erano stücke (pezzi) come gli ebrei nei campi di sterminio, restavano soltanto dei
numeri. Lavoratori forzati, manodopera non volontaria per l’industria bellica germanica. Nicola Santoro era il 159534 e ha dovuto imparare a declinarlo in tedesco.
Una sequenza impossibile di suoni gutturali. E se non ce la facevi, erano bastonate.
Nel settembre 1943, quando è stato deportato nel territorio del Reich (Né un preavviso né un preallarme – ricorda – all’improvviso non sapevamo da chi doverci difendere, se dagli inglesi o dai tedeschi), “Nicolino” aveva solo 19 anni, ma teneva gli occhi bene aperti sul mondo. E che mondo, devastato dalla violenza.
Ora, a 90, dedica tutte le sue energie alla memoria, alla missione di testimoniare ai giovani che quanto ha vissuto in quegli anni non si deve ripetere.
“Mai più” guerre, odio, distruzioni, ma anche “mai più” un chilo di pane ogni quindici persone o dormire sui trucioli di legno o beccarsi uno schiaffo per aver provato a coprirsi con un pastrano dismesso. Sono solo alcuni episodi dell’esperienza di Nicola Santoro, condivisa col compagno di prigionia Fernando Simeoni. L’amico, scomparso purtroppo nel 2010, tenne un diario di quei giorni, che integra il volume.
Insieme, danno voce alla tenace, coraggiosa, non minore “Resistenza” degli IMI, che in stragrande maggioranza non cedettero alla proposta di continuare la guerra accanto ai nazisti. Sarebbe stata la salvezza: non più “schiavi di Hitler”, via dal filo spinato, dagli appelli al gelo, dal lavoro coatto, dal digiuno la domenica – perché non si lavorava – meglio nutriti, meglio vestiti, niente botte per un pastrano.
Nonostante tutto, dissero “NO”. Il dato principale della vicenda degli IMI è il massiccio rifiuto di collaborare coi tedeschi e i fascisti. 600mila italiani di ogni Arma, Corpo e grado preferirono affrontare, consapevolmente, quelle condizioni impossibili. A costo di 20 mesi di stenti in Germania, che in 40-50mila pagarono con la vita.
Gli italiani non vollero venir meno al giuramento di fedeltà alle Istituzioni, difesero la dignità personale e l’onore delle forze armate italiane. Si opposero alla violenza, tennero idealmente alto il vero Tricolore, preferirono affrontare le sofferenze piuttosto che tornare a combattere a fianco di chi negava i diritti umani e in Russia aveva mostrato ai nostri soldati il volto di massacratori senza pietà di ebrei e slavi. In questo senso gli IMI entrarono a pieno diritto nella Resistenza.
Finita la guerra, sulla tragedia calò un silenzio complice, per tante ragioni, per tante convenienze.
Testimoni come Nicola Santoro e con lui Fernando Simeoni hanno il merito di aver rimosso quel silenzio e continuano a farlo. La loro voce è quella di un’Italia coraggiosa, civile, responsabile, che ci auguriamo possa
ispirare le nuove generazioni.




venerdì 14 marzo 2014

Luigi De Giovanni partecipa alla collettiva a Firenze

https://www.facebook.com/notes/arte-luigi-de-giovanni/luigi-de-giovanni-partecipa-alla-collettiva/10152675616953448


Luigi De Giovanni partecipa alla collettiva a Firenze


Galleria d'Arte Mentana - Piazza Mentana 2/3r  Firenze
tel- 0039-055.211985.


Presenta
INDIVIDUAZIONI - Rassegna di arte visive

Inaugurazione: Sabato 15 Marzo 2014 ore 18.00

Dal 15 al 30 marzo 2014

Artisti:
Angela Audibert Beltramo
Giammarco Amici
Janice Alamanou
Rosario Bellante
Sergio Benvenuti
Francesca Coli
Alina Dettori
Luigi De Giovanni
Emilio Facchini
Annie Gheri
Franco Lastraioli
Clara Polvani
Rocco Perrone
Monica Pignat
Hector Rodriguez
Donatella Tanzini
Vittorio Tessaro
Bianca Vivarelli
Giampaolo Talani
Maria Zaslavskaya


lunedì 3 marzo 2014

LE VITTIME DEL SILENZIO

LE VITTIME DEL SILENZIO



















Con il Patrocinio del Comune di Specchia (Lecce)

Organizzata dall’Associazione Culturale “e20cult”

LE VITTIME DEL SILENZIO

9 MARZO 2014 PALAZZO RISOLO ORE 17:30
Specchia, piazza del Popolo

L’Associazione culturale “e20cult”, con il convegno, che farà domenica 9
marzo 2014 alle ore 17:30 nella sala di Palazzo Risolo a Specchia (Lecce),
intende sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alla drammatica questione
della violenza sulle donne ed il femminicidio ,in una occasione che vuole
essere di riflessione e di confronto attraverso la partecipazione non solo degli
esperti.
Interventi
- Giampiero Pizza Assessore alla Cultura
- Isabella de Nicola, Assessore Pari Opportunità e Famiglia
- Cristina Baldassarre, psicologa, Centro Antiviolenza di Specchia – “La
   buona prassi dei Centri
Antiviolenza Sanfra”
- Francesca Pastore, assistente sociale e giornalista – Amori… malati: la
   violenza sulle donne”  
- Maria Rosaria Scarcia, avvocato – “Legislazione: l’importanza della
tutela”
- coordina: Federica Murgia, associazione “E20Cult”, Specchia
- performance: Domenico Arces - Lucia Macrì
- L’evento sarà arricchito da un contributo, breve testo, della
professoressa
  Lorenza Marra nonché da
poesie, riflessioni e disegni di adolescenti.
- Raccolta fondi in favore del Centro Antiviolenza di Specchia
  comune.specchia.lecce.it  - e20cult.it - info: 329.2370646 associazione
  culturale
LE VITTIME DEL SILENZIO
Una giornata d’analisi del femminicidio, che comprenda gli
aspetti psicologici, sociologici, ambientali, culturali e di diritto, da donna
occidentale, mi parrebbe un evento anacronistico. Leggendo le cronache,
purtroppo, mi rendo conto che ben poco è cambiato rispetto agli anni settanta,
quando le donne della mia età osavano pensare, dopo aver gridato a gran voce,
d’aver, non solo, conquistato i diritti ma anche la dignità d’essere persona,
la libertà e la serenità di non aver paura d’avere un lavoro che le affrancasse
dalla dipendenza economica, fattore questo, che le portava ad accettare
angherie e violenze sino a essere merce di scambio oppure cornice, per
dimostrare il potere economico e sociale del maschio.  
Oggi mi pare che ben poco sia cambiato. Le donne mamme,
sorelle, figlie e fidanzate ma anche amiche si sono rintanate, almeno come
pensieri, molte forzatamente anche a
causa delle difficoltà economiche e sociali, tornando, metaforicamente,
nelle cucine e a far calze, piene d’ansia e timorose di poter affrontare, con
coraggio e senza paura, le battaglie in seno alla propria famiglia e alla società.
Mi sembra si sia fatto un salto indietro o un trasferimento in quelle società
dove nascer donna è solamente una sventura per se stessa e merce di scambio per
la famiglia che la terrà sempre sotto tutela sino a quando non ci sarà il
trasferimento di proprietà e di tutela.
Riguardo all’Italia e al perpetrarsi della situazione di
diseguaglianza fra i sessi la domanda che mi viene spontanea è, chi ha la
maggiore responsabilità dell’educazione delle donne e dei maschi? La risposta è
sconsolante perché nelle famiglie italiane l’impronta educativa è affidata, per
la maggior parte, alle madri, che oggi sono, spesso, madri che hanno combattuto
per l’emancipazione della donna; che sono andate nelle piazze a rivendicare
l’essere soggetto e non oggetto sia all’interno della coppia e della famiglia,
sia nella società dimostrando d’essere preparate ad assolvere tutti i lavori,
tenuto conto che anche negli studi le donne dimostrano maggiore successo. Parlo
di donne che hanno dimostrato la capacità di lavorare fuori di casa, riuscendo
nello stesso tempo a essere perfette casalinghe. Ai figli, molto spesso, non
sono state capaci di inculcare il valore dell’uguaglianza, di far perdere il
senso di sudditanza che porta le figlie ad accettare prepotenze da compagni che
non hanno recepito il valore del rispetto fra i sessi non solo davanti alla
legge ma soprattutto davanti a loro stessi. Anche la scuola, sotto questo
aspetto, non riesce a essere incisiva: stante le numerose aggressioni che
devono subire, soprattutto, le studentesse spesso in nome di un amore che
motiva la violenza con giustificazioni, che per i tempi in cui viviamo, hanno
dell’inverosimile. È l’amore malsano che ancora porta, la donna,
all’accettazione di quella subalternità che le rovinerà l’esistenza o le negherà
la vita.
Nel sociale è sconsolante vedere che, spesso, gli stipendi
dei maschi, per lo svolgimento delle stesse mansioni, sono più alti, che il
risultato delle elezioni, nonostante le italiane siano molto più numerose dei
maschi, è sempre a sfavore delle donne che riescono a eleggere pochissime
rappresentanti. Com’è possibile tutto questo? La risposta che mi sono data è
semplice: le donne si fanno condizionare dai maschi anche in questo e non hanno
fiducia nelle loro potenzialità.
Ecco allora tingersi di rosso sangue le prospettive di molte
che in silenzio non affrontano il terrore e finiscono per essere uccise:
centoventotto nel 2013 di cui quindici minori. Il rosso sangue è interpretato
da un simbolo, bracciali rossi, che alcune hanno voluto preparare per questa
giornata, che ascoltando le cronache, che ogni giorno raccontano di femminicidio,
sembra una commemorazione funebre.
                                              Federica
Murgia





martedì 17 dicembre 2013

Artigianato e raccolta fondi per il soccorso agli alluvionati della Sardegna


Artigianato e raccolta fondi per il soccorso agli alluvionati della Sardegna

“Manu Factus creare con le mani… e il cuore”
Con il Patrocinio del Comune di Specchia
e il personale impegno dell’Assessore alla Cultura Dott. Giampiero Pizza.  
Organizzata dall’Associazione Culturale e20cult e da IL Raggio Verde Edizioni
Palazzo Risolo, piazza del Popolo, Specchia
15 dicembre 2013 - 6 gennaio 2014
Il progetto ha come obiettivo la rivalutazione della manualità intesa come valore del “fare” legato alla riscoperta delle tradizioni del Salento che, in questo caso, spesso, sono state rese moderne dalla creatività di abilissimi artigiani. Nello stesso tempo parte del ricavato della vendita degli oggetti sarà devoluto agli alluvionati della Sardegna.
L’evento, inaugurato il 15 dicembre alle ore 18,30, ha avuto inizio con la presentazione del libro “Sorella noia fratello nulla”, edizioni il Raggio Verde, del cantautore Leo Tenneriello, con la lettura di brani che hanno fatto fare una riflessione sui problemi della società e dell’uomo, e un breve ma intenso e bellissimo concerto di Tennariello.
A seguire c’è stato il vernissage della mostra “Manu Factus creare con le mani… e il cuore”. Una dolce nota l’ha data la buonissima torta, con stampato il manifesto dell’evento, offerta dalla pasticceria Mille Voglie di Specchia.
Le stanze di Palazzo Risolo a Specchia, borgo tra i più belli d'Italia, si sono, quindi, trasformate nelle stanze di “Manu Factus”, la prima edizione di un appuntamento itinerante con l’artigianato per scoprire creazioni fantasiose e di pregio.
Con “Manu Factus” “e20cult” intende dare visibilità alle tante mani operose che ogni giorno, magari al chiuso della loro casa, bottega o atelier, creano utilizzando materie prime, spesso anche povere, per dar forma a manufatti di uso quotidiano: ricami, capi di abbigliamento, gioielli, giocattoli e accessori, di abilissima fattura, che possono considerarsi “preziosi” in quanto prove d’autore, oggetti unici nati dalla fusione della fantasia e la profonda conoscenza dei materiali e delle tecniche di lavorazione.
Oggetti,  idee e piccoli pensieri da mettere sotto l'albero. Idee che hanno un valore in più perché portatrici di generosità nei confronti delle zone alluvionate della Sardegna che, quest’anno, anche sotto le feste, continua a soffrire a causa di “Cleopatra”: devastante alluvione che gravemente danneggiato territori della meravigliosa isola e che ha mandato sul lastrico famiglie e imprenditori. 
Manu Factus, primo appuntamento di una rassegna itinerante, è un segno dell'impegno nel sociale dell'associazione e20Cult.
Perciò vi aspettiamo numerosi!

Ingresso libero
Orario di apertura: tutti i giorni, ore 18-21. Ingresso libero.

comune.specchia.lecce.it e20cult.it info: 329.2370646

Tutti i partecipanti hanno aderito all’iniziativa di soccorso alla Sardegna
Artigiani:
- Luigi e Antonio Bello – presepe salentino tipico con paiare, muretti a secco e ulivi
- Stefania Branca – clima caldo avvolgente con manufatti in maglia
- Briciole di passione – presepi dalle prospettive suggestive su tegole antiche e gessetti profumati per armadi
- Giampaolo Buscicchio – dal restauro all’artigianato. La sua idea riporta al recupero degli scarti di lavorazione di materiali da costruzione tipici del Salento. Per le sue creazioni utilizza piuma di pietra leccese (polveri) ma anche materiali propri del restauro.
- Claudio Capone – lavori in terracotta quali fischietti, campanelle e presepi della globalità. Il Bambino Gesù viene immaginato in braccio a San Giuseppe che lo eleva quasi a voler valorizzare la paternità.
- Luciana e Michela Capone – riscoprire l’arte del ricamo e del cucito e della maglia con passione d’altri tempi e d’altre esigenze.
- Sara di Caprio – decorazioni su vetro. La giovinezza che sa vedere il passato. 
- Cate - “Prendas, ci no funti nè de oru nè de prata”, il  ricavo totale andrà per il soccorso agli alluvionati della Sardegna
- Vita e Cosima Costantini - creazioni di fascinose mantelle, caldi ponci e cappelli, collane che diventano sciarpe per l’inverno. Vita ha riservato un bellissimo lavoro il cui ricavo totale andrà alla raccolta fondi per il soccorso alla Sardegna.
- Francesca Orlando – deliziosi merletti fatti con la tecnica del chiacchierino, del macramè, del filet e del ricamo raccontano di un passato dove il corredo aveva grandissimo valore.
Gianluca Orlando – la sua oggettistica di legno si esalta nella spirituale poesia della Santa Maternità natalizia. 
- Andrea e Giuseppe Pastore - l’arte di modellare, elegantemente, rame e stagno per rievocare la bellezza della natura
- Laura Petracca - decorazioni su vetri e tessuti sono racconti che interpretano simbologie dell’inconscio.
- Stefano Quarta – con l’utilizzo del fil di ferro descrive con delicatezza ed eleganza forme essenziali del reale.
- Roberta Risolo – orafa – gioielli realizzati con materiali, anche provenienti dal territorio di cui reinterpreta segni e modelli, ideati e realizzati con tracce d’ispirazione all’art nouveau.
- Maria Rosaria Scarcia – idee e simbologie con la preziosità dell’antica arte del chiaccherino
- Ada Scupola – decorazioni su vetro e ceramica, pittura su stoffa, creativi spunti per il riciclo di CD – Presepe di plastica riciclata – lampadario di bicchieri realizzato da un suo alunno. Il ricavo è destinato totalmente alla beneficienza (50% pro Sardegna e 50% per le famiglie povere del territorio).
Anna Tullo – meraviglie, fatte con l’elegante punto antico che conserva ancora tutta la sua raffinatezza, diventano gioielli che riportano ad antichi valori nei tavoli delle feste.
Assunta Villani –la passione si fa realtà nell’eleganza e nella raffinatezza delle sue trine fatte al tombolo.
Importante per la valenza educativa è la partecipazione delle Allieve dell'indirizzo "Moda" della Scuola IISS – "Don Tonino Bello " di Tricase/Alessano – che espone “abiti per sognare” eseguiti dalle allieve e dipinti dalla professoressa Laura Petracca.
Una nota particolare è data dalla presenza di Luigi De Giovanni artista di Specchia che ha voluto partecipare con generosità. L’artista questo periodo ha sofferto per la Sardegna, oggi in difficoltà, terra che l’ha adottato e apprezzato come uomo e come artista e che l'ha accolto come proprio figlio sin dal 1973.
L’installazione pro Sardegna, del Maestro Luigi De Giovanni, allestita magistralmente dall’architetto Stefania Branca, rispecchia l’amore dell’artista sia per il territorio salentino con l’uso delle canne e con gli scorci degli acquerelli sia per la Sardegna con l’opera, “Seulo, dalla finestra di nonna Maria” cm 70x 100, che rappresenta uno scorcio della Sardegna, da luogo alla solidarietà.  Quest’opera verrà vinta acquistando i biglietti della lotteria: un biglietto costa € 10,00 - chi acquista tre biglietti avrà un acquerello di cm. 12,00x18,00 (circa). Gli acquerelli, che sostituiscono gli addobbi di Natale nell’albero di canne, hanno la quotazione € 50,00 ciascuno, l’opera, “Seulo, dalla finestra di nonna Maria” olio su tela ha la quotazione di € 3.000,00, fanno parte dell’operazione di solidarietà pro Sardegna.  

sabato 14 dicembre 2013

Manu Factus creare con le mani… e il cuore


Manu Factus creare con le mani… e il cuore
Con il Patrocinio del Comune di Specchia
Organizzata dall’Associazione Culturale e20cult e da IL Raggio Verde Edizioni

Palazzo Risolo Specchia
15 dicembre 2013 - 6 gennaio 2014
In apertura, il 15 dicembre alle ore 18,30, ci sarà la presentazione del libro “Sorella noia fratello nulla”, edizioni il Raggio Verde, del cantautore Leo Tenneriello.
A seguire il vernissage della mostra

“Manu Factus creare con le mani… e il cuore”.
Un progetto che mette al centro la riscoperta della manualità, del “fare” legato alla tradizione e frutto della creatività.
Dal 15 dicembre al 6 gennaio 2014 le sale di Palazzo Risolo, nel borgo tra i più belli d'Italia, si trasformeranno nelle stanze di “Manu Factus”, la prima edizione di un appuntamento itinerante con l’artigianato per scoprire creazioni fantasiose e di pregio.
Con “Manu Factus” si intende dare visibilità alle tante mani operose che ogni giorno, magari al chiuso della loro casa, bottega o atelier, creano utilizzando materie prime, spesso anche povere, per dar forma a manufatti di uso quotidiano: ricami, capi di abbigliamento, gioielli, giocattoli e accessori che possono considerarsi “preziosi” in quanto prove d’autore, oggetti unici nati dalla fusione della fantasia e la profonda conoscenza dei materiali e delle tecniche di lavorazione.
Tante idee e piccoli pensieri da mettere sotto l'albero...
Manu Factus, il primo appuntamento di una rassegna itinerante, è anche segno dell'impegno nel sociale dell'associazione e20Cult. Parte del ricavato sarà, infatti, devoluto agli alluvionati della Sardegna.
Perciò vi aspettiamo numerosi!
Programma
Ore 18.30 Apertura della mostra a cura di Federica Murgia, responsabile della sede specchiese dell'associazione e20Cult.

A seguire la presentazione del libro del cantautore Leo Tenneriello - Sorella Noia Fratello Nulla

Ingresso libero

La rassegna è organizzata dall'associazione e20Cult in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Specchia, che patrocina l'evento, e il Raggio Verde edizioni.
Orario di apertura: tutti i giorni, ore 18-21. Ingresso libero.

comune.specchia.lecce.it e20cult.it info: 329.2370646



PARTECIPANTI:
- Luigi e Antonio Bello – presepe salentino tipico con paiare, muretti a secco e ulivi
- Stefania Branca – caldo avvolgente con manufatti in maglia
- Briciole di passione – presepi su tegole antiche e gessetti profumati
- Giampaolo Buscicchio – dal restauro all’artigianato. La sua idea riporta al recupero degli scarti di lavorazione di materiali da costruzione tipici del Salento. Per le sue creazioni utilizza piuma di pietra leccese (polveri) ma anche materiali propri del restauro, realizzando statuine, piatti e oggettistica che conservano l’essenza del territorio.
- Claudio Capone – lavori in terracotta quali fischietti e presepi della globalità. Il Bambino Gesù viene immaginato in braccio a San Giuseppe che lo eleva quasi a voler valorizzare la paternità.
- Luciana e Michela Capone – riscoprire l’arte del ricamo e del cucito e della maglia con passione d’altri tempi e d’altre esigenze.
- Sara di Caprio – decorazioni su vetro. La giovinezza che sa vedere il passato. 
- Cate - “Prendas, ci no funti nè de oru nè de prata”, il  ricavo totale andrà per il soccorso agli alluvionati della Sardegna
- Vita e Cosima Costantini - creazioni di fascinose mantelle, caldi ponci e cappelli, collane che diventano sciarpe per l’inverno
- Francesca Orlando – deliziosi merletti fatti con la tecnica del chiacchierino, del macramè, del filet e del ricamo raccontano di un passato dove il corredo aveva grandissimo valore.
Gianluca Orlando – la sua oggettistica di legno si esalta nella spirituale poesia della Santa maternità natalizia. 
- Andrea e Giuseppe Pastore - l’arte di modellare, elegantemente, rame e stagno per rievocare la bellezza della natura
- Laura Petracca - decorazioni su vetri e tessuti racconti che interpretano simbologie dell’inconscio.
- Stefano Quarta – con l’utilizzo del fil di ferro descrive con delicatezza ed eleganza forme del reale.
- Roberta Risolo – orafa – gioielli realizzati con materiali, anche provenienti dal territorio, ideati e realizzati con tracce d’ispirazione all’art nouveau.
- Maria Rosaria Scarcia – idee e simbologie al chiaccherino
- Ada Scupola – decorazioni su vetro e ceramica, pittura su stoffa, creativi spunti per il riciclo di CD – Presepe di plastica riciclata – lampadario di bicchieri realizzato da un suo alunno.
Anna Tullo – meraviglie fatte con l’elegante punto antico che conserva ancora tutta la sua raffinatezza.
Assunta Villani –la passione si fa realtà nell’eleganza e nella raffinatezza delle sue trine fatte al tombolo.
Importante per la valenza educativa è la partecipazione delle Allieve dell'indirizzo "Moda" della Scuola IISS – "Don Tonino Bello " di Tricase/Alessano – che espone abiti per sognare eseguiti dalle allieve e dipinti dalla professoressa Laura Petracca.
Manu Factus, il primo appuntamento di una rassegna itinerante, è anche segno dell'impegno nel sociale dell'associazione e20Cult. Parte del ricavato sarà, infatti, devoluto agli alluvionati della Sardegna.

L’installazione pro Sardegna, del Maestro Luigi De Giovanni, allestita magistralmente dall’architetto Stefania Branca, rispecchia l’amore dell’artista per il territorio salentino con l’uso delle canne e con gli scorci degli acquerelli. L’opera, “Seulo, dalla finestra di nonna Maria” cm 70x 100 che rappresenta uno scorcio della Sardegna, verrà vinta acquistando i biglietti della lotteria: un biglietto costa € 10,00 - chi acquista 3 biglietti avrà un acquerello di cm. 12,00x18,00 (circa).
Gli acquerelli hanno la quotazione € 50,00, sostituiscono gli addobbi di Natale nell’albero di canne, e l’opera, “Seulo, dalla finestra di nonna Maria” olio su tela ha la quotazione di € 3.000,00, fanno parte dell’operazione di solidarietà pro Sardegna.  
Luigi De Giovanni, questo periodo ha sofferto per la Sardegna, oggi in difficoltà, terra che lo ha adottato e apprezzato come uomo e come artista e che lo ha accolto come un proprio figlio sin dal 1973.