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mercoledì 9 settembre 2015

De Giovanni Luigi partecipa a 'Firenze incontra Roma' - De Giovanni Luigi pittore contemporaneo - Creazioni d'arte - Cagliari

De Giovanni Luigi partecipa a 'Firenze incontra Roma' - De Giovanni Luigi pittore contemporaneo - Creazioni d'arte - Cagliari
Galleria d’Arte Mentana di Firenze
Piazza Mentana 2/3r
In collaborazione con 
Tornatora Art Gallery di Roma
Via del Serafico, 108/120
Presenta
"Firenze
incontra Roma"
Rassegna di arti visive contemporanee





Inaugurazione: Giovedì 10 settembre ore 18:00

Artisti in mostra:
Angela Audibert Beltramo, Anna Lisa Carta
Francesca Coli, Fabio Benedetti
Ida Coppini, Jacques Lamotte
Margaret Karapetian d’Errico
- Antonio Lucarelli
Luigi De Giovanni, Lorenzo Romani
Ugo Di Pasquantonio, Renzo Sbolci
Annie Gheri, Vivien Schmidt
Arjun Ghosh, Audrey Traini
 Francesco Gibertoni Barca,
Bianca Vivarelli
Francesca Guetta
Marlene e Rolf Horn


Dal 10 al 29 settembre 2015

Ingresso Libero – tutti i giorni dalle 9:30
alle 19:00


info: 348 4956182; 347 3695423

venerdì 12 giugno 2015

IMMAGINI ONIRICHE In parallelo mostra collettiva : Fisica/Metafisica del corpo - De Giovanni Luigi pittore contemporaneo - Creazioni d'arte - Cagliari

IMMAGINI ONIRICHE In parallelo mostra collettiva : Fisica/Metafisica del corpo - De Giovanni Luigi pittore contemporaneo - Creazioni d'arte - Cagliari





Galleria d’arte Mentana di Firenze
INVITO
SABATO 13 GIUGNO 2015 Ore 18:00
L’artista Francesco Gibertoni Barca presenta:
IMMAGINI ONIRICHE
In parallelo mostra collettiva : Fisica/Metafisica del corpo
Seguirà un aperitivo insieme agli artisti
Art Director Giovanna Laura Adreani - Assistant Paola
Neri
 
-- INGRESSO
LIBERO --
Orario: 11.00/13.00
- 16.30/19.30
Domenica e lunedi mattina chiusoSabato mattina su
appuntamento

Nella pittura di Francesco Gibertoni Barca
ritroviamo le tracce delle sue immagini oniriche che, ritornando al passato,
trovano le vie di compenetrazione psichica che portano alla creazione
d’idealizzate opere, dove la simultaneità di ricordi incrociati diventa
osservazione del tempo che conduce alle verità dell’oggi. Nei colori delle sue
ideazioni c’è il procedere del
conflitto interiore dell’artista, simboleggiato da segni chiari e inequivocabili che danno forma ai rossi,
ai gialli, ai blu che si combinano in luminescenze variabili. Le apparenze
d’angosce ancestrali, legate ai pericoli che aleggiano
sugli smerli del
castello dell’immaginazione, sono sconfitte dalla spada di una fede che
s’inoltra nelle case dell’oggi confondendosi in racconti ondivaghi di urgenza
di ricerca delle verità. Nei dipinti di Gibertoni Barca l’uomo
si ritrova a percorrere sentieri che, pur sapendo di sacro, intersecano
l’utilitarismo delle tentazioni profane. La sua è la storia d’illusioni tradite
o perdute e d’aspettative celate. È la vita descritta dai simboli che, partendo
dalla fiducia nei sogni e dall’inconscio curioso, si perde nel materialismo le
cui tracce dolorose sanno di condizionamenti e di schieramenti ideologici che
trovano significato nelle aspirazioni di ieri e nel degrado delle idee
dell’oggi. Le paure di tutti si disvelano, nei caldi e dorati colori della
speranza che s’intravvede nelle memorie trasfigurate e simultaneamente evocate
in dettagli e incroci di epoche, di luoghi e stati d’animo.
Segni e toni di atmosfere tendenti al surreale, narrano di
situazioni di realtà sincrone e d’intrusi che giocano fra ciò che appare e
verità. Il ricordo diventa sbiadito e la sincerità dell’Io collettivo rimane
trincerata nei cuori, mentre dietro i palazzi del potere, reale e spirituale,
naviga in un illusorio concetto di giustizia.
Nella ricerca della libertà dell’essere, nel modo in cui si
è e come si desidera, senza costrizioni e condizionamenti che portino alla
solitudine del pensiero del singolo, c’è tutta l’analisi dell’artista che fa
diventare i sui sentimenti visibili nelle opere, solo apparentemente semplici
ma realmente rincorrenti l’infanzia della purezza dello spirito. Dai colori
caldi e cangianti, in prospettive di luce, si apre il sogno che s’infrange nei
toni aspri oltre i frantumi delle coscienze e degli ibridi che
nell’immaginifico conservano una parvenza di moralità e naturalità accettata.
I paesaggi dell’anima di Francesco Gibertoni
Barca sono incontri di tempo e di spazio che diventano, nella loro complessità
espressiva e compositiva, dipinti che pongono lo spettatore in una posizione
d’introspezione quasi catartica.               
Federica Murgia
         

           






















Galleria d’arte Mentana di Firenze

 INVITO


SABATO 13 GIUGNO 2015 Ore 18:00
L’artista Francesco Gibertoni Barca presenta:
IMMAGINI ONIRICHE
In parallelo mostra collettiva : Fisica/Metafisica del corpo
Seguirà un aperitivo insieme agli artisti
Art Director Giovanna Laura Adreani - Assistant Paola Neri 


13- 26 giugno 2015
FISICA E METAFISICA DEL CORPO
Galleria Mentana- Firenze

   Nell'elegante contesto della Galleria Mentana, sui Lungarni di Firenze, Artexpertie presenterà una mostra collettiva in cui il corpo e la fisicità umana vengono analizzati da diversi punti di vista.
    In galleria verrà presentata una varietas di opere che spazia dal gusto per i nudi realistici fino ad opere surrealiste in cui la fisicità umana ed animale è interpretata in modo personalissimo.
   Dalla fisicità scaltra e sicura, alle deformazioni che riflettono il tormento esistenziale dell'uomo contemporaneo di baconiana memoria, una mostra in cui il corpo è il protagonista indiscusso.

Artisti partecipanti:

MARCO BARNABINO
ANNA MARIA BERLINGERIO
AYELT BOKER
ALICE L. GASCO
ORNELLA BALBO
RIANA VAN STADEN
ANDREA NANI'
STEFANO ANTOZZI
ELENA BUSSOTTI
CARLA MOSCATELLI
ALESSANDRA D'ANDREA
MICHELLE GAVRIELOV
FABIO FALCIONI
GIONATAN CASU
RICCARDO ANTONELLI
STEFANIA GALLINA
FRANCESCA SIMONETTI
TINA GRANA

-- INGRESSO LIBERO --
Orario: 11.00/13.00 - 16.30/19.30Domenica e lunedi mattina chiusoSabato mattina su appuntamento


giovedì 15 gennaio 2015

Cardboard Art


Galleria Mentana
Firenze

Cardboard Art
ALESSANDRO MATTIA MAZZOLENI
VERNISSAGE è SABATO 17 Gennaio 2015 alle ore 18:00
ALESSANDRO MATTIA MAZZOLENI
e la sua Cardboard Art
a cura di Franco Maria Ilardo Chiara Letizia Coldorfei Carraresi Tuci
Iniziativa di adozione artistica finalizzata all’investimento in opere d’arte contemporanea
Iniziativa e regolamento disponibili sul sito dell’artista :
www.alessandromattiamazzoleni.it

Mostra personale
Le Cerniere Spazio -Temporali
“Omaggio ai Maestri Contemporanei”
Galleria Mentana
Firenze Piazza Mentana 2/3 R
17 Gennaio - 09 Febbraio 2015
La mostra sarà visitabile nei seguenti orari:
mattino: 11.00/13.00 - pomeriggio: 16.30/19.30
Domenica e Lunedì mattino chiuso
Sabato mattina su appuntamento
P.zza Mentana 2/3 r -50122 (FIRENZE)
Tel. 055.211985 - Fax. 055.2697769
www.galleriamentana.it
galleriamentana@galleriamentana.it
DIALOGO CON ALBERTO BURRI N°2
(da: Le cerniere Spazio-Temporali) Omaggio ai Maestri contemporanei
Smalto acrilico cartoni collage su tela stampata 2012 cm 68x78
INVITO AL VERNISAGE - SABATO 17 GENNAIO 2015 ORE 18.00
ART DIRECTOR Giovanna Laura Adreani
La mostra sarà visitabile fi no al 09 Febbraio

giovedì 18 dicembre 2014

“e il naufragar m'è dolce in questo mare” mostra personale itinerante di Luigi De Giovanni



“e il naufragar m'è dolce in questo mare
mostra personale itinerante di Luigi De Giovanni
Scuderie, Palazzo Gallone – TRICASE (Lecce)
Dal 23 al 30 dicembre 2014


Luogo: Tricase (Lecce), Palazzo Gallone, Scuderie
Data: dal 23 al 30 dicembre 2014
Patrocinio: Comune di Tricase
Curatore: Antonietta Fulvio
Organizzazione: Assessorato alla Cultura del Comune di Tricase
in collaborazione con Il Raggio Verde edizioni e associazione “e20Cult”
Orario: tutti i giorni dalle ore 18 alle 21 con ingresso libero.

Dal 23 al 30 dicembre 2014, le Scuderie di Palazzo Gallone a Tricase si vestono dei colori di Luigi De Giovanni, che presenta in anteprima il primo nucleo di opere della mostra itinerante che prende il titolo dall’ultimo verso de “L’Infinito del grande poeta Giacomo Leopardi: “e il naufragar m’è dolce in questo mare”. Curata dalla giornalista Antonietta Fulvio, la mostra è patrocinata e organizzata dal Comune di Tricase in collaborazione con Il Raggio Verde edizioni e l’associazione “e20Cult”.
Un’anteprima che, tra l’altro, aderisce perfettamente al tema delle manifestazioni che l’Assessorato alla Cultura del Comune di Tricase ha voluto ideare per il Natale 2014, spiega l’assessore Sergio Fracasso:  “Con il segno e i colori Luigi De Giovanni sta ‘dipingendo’ le nostre coste puntando l’attenzione sulla salvaguardia dell’ambiente e sulla valorizzazione dell’immenso patrimonio naturalistico salentino. Una mostra, dunque, che rientra perfettamente in tema di sostenibilità ed ecologia che sono al centro della nostra attività culturale. E tra le novità, non a caso il 30 dicembre, dalle 18 alle 24, Tricase vivrà una “EcoNotte” incentrata sulla sostenibilità dell’arte mettendo in evidenza artisti e musicisti del luogo, perché anche l’Arte può essere a km zero”. E nell’ambito dell’EcoNotte, che coincide con il finissage dell’evento espositivo,  un doppio incontro con l’artista e l’autrice di “Mena”: la bellezza delle marine di Luigi De Giovanni con le parole di Lucia Accoto che nel libro, edito da Il Raggio Verde, racconta e fa vibrare le atmosfere del Sud, cogliendone insolite prospettive e lasciando fluire, attraverso il recupero dei ricordi, profumi e visioni. Un’alchimia tra segno e scrittura in un continuum di emozioni capace di coinvolgere tutti i sensi.

“e il naufragar m’è dolce in questo mare” è il primo tassello di un progetto espositivo che parte da Tricase. Un omaggio al mare, e alla natura, nel solco di un percorso personale dell’artista che, dopo il successo di critica e di pubblico ottenuto con le precedenti mostre -  La rinascita di Flora. Dialogo con la natura- oltre i 16:9” - che sono approdate nelle città di Mesagne, Brindisi e Tricase, continua la sua ricerca nel segno della ri-scoperta del paesaggio. E continua a dipingere la luce e i luoghi, rigorosamente en plein air, costruendo un itinerario pittorico che attraversa i comuni di Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Ortelle, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase, tracciando, costa dopo costa, un percorso che è materia e colore, segno e memoria. Perché l’arte sia uno strumento di valorizzazione e di promozione dei luoghi e di un ritorno ai luoghi per un approccio più autentico con la Natura. La mostra sarà un percorso ricco di fascino e di storia partendo dalla punta del tacco, Santa Maria di Leuca, fino a risalire la bellissima costa adriatica e giungere ad Otranto che con il suo faro, la Punta Palascia, è l’estremo più orientale d’Italia.

Nato a Specchia dove ha un proprio Atelier, Luigi De Giovanni vive ed opera tra il Salento e Cagliari. Diplomatosi all'Istituto d'Arte di Poggiardo e diplomatosi all'Accademia di Belle Arti di Roma, Luigi De Giovanni ha all’attivo una lunga carriera artistica che lo ha visto tenere mostre in tutto il mondo: New York, Tokyo, Parigi, Bruxelles, Madrid, Siviglia e recentemente Cannes, oltre che nelle principali città italiane, da Milano a Roma, Firenze, Pisa, Ferrara, Lecce; Brindisi.






domenica 30 novembre 2014

LUIGI DE GIOVANNI: MOSTRA COLLETTIVA ALLA MENTANA FIRENZE

LUIGI DE GIOVANNI: MOSTRA COLLETTIVA ALLA MENTANA

“Valori di Continuità” mostra collettiva alla galleria
“Mentana” di Firenze a cui partecipa Luigi De Giovanni


Galleria Mentana Piazza Mentana, 2/3r – FIRENZE

“Valori di Continuità”
Inaugurazione: sabato 13 dicembre 2014 ore 17,00
La
mostra sarà visitabile fino al 10 GENNAIO 2015
La Galleria Mentana di Firenze anticipa le festività di fine
anno con una rassegna di artisti presenti nei “valori di continuità”. La
mostra, occasione per fare un viaggio nell'arte contemporanea, offre al
pubblico di appassionati e collezionisti un ricco e variato percorso che muove,
attraverso le opere di artisti già affermati, giovani promesse nazionali e
internazionali, nell’incontro dei linguaggi più innovativi dell’arte
contemporanea e le opere dei grandi maestri. In esposizione ci saranno idee,
fermenti e innovazioni nelle arti visive che, nei "Valori di
continuità", creeranno il clima giusto per tuffarsi nell’oggi dell’arte.
La mostra sarà l’occasione per la presentazione del
calendario 2014 che sarà dato in omaggio a tutti i visitatori.
Artisti:
FRANCESCA COLI
ANNIE  GHERI
CLARA  POLVANI
BIANCA
VIVARELLI
 MONICA PIGNAT
 ALESSANDRO
MATTIA MAZZOLENI
 MARIA
ZASLAVSKAYA – ELENA PRIMASHOVA (mostrano un'opera eseguita a quattro mani)
 GHENADIE POPIC
FRANCESCO GIBERTONI BARCA
Jerry Ceglia
Anastasia Kachalova
Rosario Bellante
Luigi De Giovanni
Angela Beltramo
Audibert
Alina Dettori
Alejandro Fernandez
Lorenzo Romani
Ziv Cooper
Marlene Horn
Rolf Horn
Vittorio Tessaro
Salvatore Magazzini
Giampaolo Talani
Emio Tadini
Sergio Benvenuti
Mario Schifano
Antonio Corpora
Domenica 14 dicembre 2014 Vi aspettiamo al Residence di
Porta Prato di Firenze (in via Ponte alle Mosse, 16 - Porta Prato) per
inaugurare la mostra in parallelo “Valori di Continuità” e per scambiarci gli
auguri di Natale.
Durante la serata alcuni dei nostri artisti si esibiranno
in letture di poesie performance teatrali e musicali.       Seguirà aperitivo.
Orari: 11,00/13,00 - 16,30/19,30
Chiuso lunedì mattina- Domenica: 16,30/ 19/




mercoledì 29 ottobre 2014

“Uomo del mio tempo” omaggio a Salvatore Quasimodo di Luigi De Giovanni Presentazione di Antonio Penna MOSTRA DI PITTURA DI LUIGI DE GIOVANNI




 “Uomo del mio tempo” omaggio a Salvatore Quasimodo
di Luigi De Giovanni 
Presentazione di Antonio Penna
 MOSTRA DI PITTURA DI LUIGI DE GIOVANNI              (11 ott. 2014)

          Scartabellando tra le mie carte ho trovato qualcosa che alcuni anni addietro scrivevo per una mostra, forse la prima, di Luigi De Giovanni. L'ho letto per capire se qualcosa, poco o molto, è cambiato nella  sua arte e nella sua proiezione verso il presente ed il futuro. Leggiamone alcuni brani: "Una  cascata  di colori adagiati sulla  tela,  ora  trasparenti  e  sfumati, ora cupi e densi: i  quadri  di  Luigi De Giovanni, un pittore che conosco da sempre, uno stato  d'animo  in bilico tra l'incanto  di  una  natura  suggestiva  e  trasognata  ed il  peso  di  un  presente tormentato ed angoscioso.
          Conosco da sempre le sue esperienze di artista, la sua perizia tecnica affinata nel tempo, le sue tensioni  giovanili, la sua vocazione totale ed incondizionata per l'arte,  il  suo  contatto  diretto  ed  immediato con  l'oggetto,  anzi il soggetto del suo quadro. Sarà  una  natura morta o un ritratto o una composizione floreale: sempre la stessa partecipazione affettiva per un  sogno  che  si condensa in colori e figure, in  una  dimensione  suggestiva e cordiale.
Il  tutto è inquadrato  in  un   contesto     luministico avviato verso il tramonto: una luce ovattata si diffonde uniforme sulla tela e chiude in un velo di  malinconia  quelle composizioni addensate, che  lasciano senza   respiro,  come  se   l'artista   avesse   paura dell'ignoto  e  del vuoto, come se  cercasse  di  fugare presenze misteriose ed inquietanti.
          Il  Salento, la campagna romana, la Sardegna:  tre esperienze di vita, tre tappe di un itinerario umano ed  artistico   che  certamente  hanno  lasciato  un   segno  profondo   nella  sua  produzione,  anche se  non  si   intravedono i contrasti luministici e la solarità  calda  e pregnante della sua terra d'origine o della sua patria d'adozione. Senza fare riferimento agli  impressionisti   francesi ed  italiani di  fine Ottocento,  possiamo riconoscere  nei suoi quadri il paesaggio laziale con i suoi colori morbidi e sfumati, come addolciti e  sfumati  dal  tempo sono i ricordi della fanciullezza passata  in  quei luoghi.
          Ma  forse  nei suoi quadri cercheremo  invano  una   natura  concreta e ben definita, perché egli ritrae  uno stato d'animo, il sogno sfuggente  di   una   terra  accarezzata e lontana, sentimenti semplici e veri in  un   mondo  che egli vorrebbe migliore, ma che  vede  immerso  nel caos.
          Anche questo groviglio di male raffigura Luigi  De Giovanni:  toni  cupi di colori  lasciati  cadere  sulla  tela,  simboli stilizzati di una prigione  difficile  da scalare,  incubi ricorrenti nella notte  dell'inconscio, richiesta  angosciosa d'aiuto, frecce che guidano  verso il nulla, scale aggrappate alla speranza che un  giorno,  forse,  potrà  guardare  al di là del  muro  e  cogliere  finalmente  quei  fiori così amorevolmente  ed  a  lungo  accarezzati".

        Oggi una nuova mostra si presenta a noi con un titolo particolare, un titolo che ci rende curiosi: "Uomo del mio tempo", una poesia che ci richiama la figura di Salvatore Quasimodo, uno dei più grandi scrittori del Novecento, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1959. Nato a Modica (Ragusa) nel 1901, si trasferì a Messina nel 1908 dove frequentò un Istituto Tecnico, subì l'esperienza del terremoto e conobbe Elio Vittorini. Successivamente si trasferì a Roma, si avviò verso gli studi di latino e greco ed  iniziò a comporre dei versi. Nel 1929 si trasferì a Firenze e poi a Milano, dove pubblicò La raccolta "Acque e terre" accostandosi al decadentismo con influssi letterari di Pascoli, D'Annunzio, Mallarmè, Rimbaud, Baudelaire, Valery. Nel 1947 pubblica la raccolta "Giorno dopo Giorno" da cui è ricavata la lirica:" Uomo del mio tempo" che stiamo per leggere. Muore ad Amalfi nel 1968.

         Anche la vita di Luigi De Giovanni è stata un passaggio tra Specchia, Roma e la Sardegna, ma negli studi ha seguito sempre quelli dell'arte fino all'Accademia dell'Arte di Roma.

        Leggiamo la poesia che dà il titolo alla mostra.  (Riflessioni)

       La guerra, il sangue, la distruzione, la morte: la storia si ripete da Caino fino ai nostri giorni e continuerà nel tempo senza speranza di riscatto. E' ciò che si vede in queste tele di Luigi De Giovanni pervase da un profondo pessimismo per l'oggi ed anche per il domani. Il colore rosso domina incontrastato in tutti i suoi quadri, alcuni dei quali si lasciano squarciare da colori diversi, come se tra tanto dolore l'artista volesse aprire un varco alla speranza, malgrado i segni di morte affliggano i nostri giorni. Basta guardarci intorno,  aprire un giornale, ascoltare la televisione, per capire che il mondo si proietta verso un futuro sempre più cupo: mistero e minaccia sono i nostri fratelli di oggi. Caino ritorna in tante persone che, anche in nome di una religione, stuprano, uccidono, decapitano in segno di sfida. Messico, Guatemala, Colombia, Palestina,  Siria,  Iran, Iraq, Libia, Somalia, Centro Africa sono alcuni teatri di guerra. Papa Francesco nell'anniversario dell'inizio della Grande Guerra sul sagrato di Re di Puglia il 13 settembre di quest'anno ha parlato di:" Guerra mondiale a pezzi ". Il mare Mediterraneo quasi ogni giorno inghiotte migliaia di persone costrette a fuggire dai loro paesi per la fame o le guerre intestine. 
Nei quadri di Luigi De Giovanni vediamo stesi panni di rosso-sangue che coprono le tombe di tante donne e bambini colpevoli solo di essere nati in quei luoghi. Fame, malattie ed abbandono sono i loro compagni di una breve non-vita. E questo noi vediamo nei quadri di questa mostra dove, malgrado tutto, ci sembra di scorgere dei segni di  speranza nei pochi passaggi di azzurro dove il cielo cerca di aprirsi un varco  e dove lo stesso rosso-sangue si ravviva in una dimensione di amore e di vita perché, ricordiamolo, il sangue è anche e soprattutto la linfa che fa battere il cuore di ogni creatura dall'inizio del suo concepimento.
         Concludiamo augurandoci che questa mostra, trascorsa la notte del dolore, si apra alla speranza ed alla gioia di un mondo migliore.























“Uomo del mio tempo” omaggio a Salvatore Quasimodo di Luigi De Giovanni Presentazione di Antonio Penna MOSTRA DI PITTURA DI LUIGI DE GIOVANNI











 “Uomo del mio tempo” omaggio a Salvatore Quasimodo
di Luigi De Giovanni 
Presentazione di Antonio Penna
 MOSTRA DI PITTURA DI LUIGI DE GIOVANNI              (11
ott. 2014)

          Scartabellando tra le mie carte ho trovato qualcosa che alcuni anni addietro scrivevo per una mostra, forse la prima, di Luigi De Giovanni. L'ho letto per capire se qualcosa, poco o molto, è cambiato nella  sua arte e nella sua proiezione verso il presente ed il futuro. Leggiamone alcuni brani: "Una  cascata  di colori adagiati sulla  tela,  ora  trasparenti  e  sfumati, ora cupi e densi: i  quadri  di  Luigi De Giovanni, un pittore che conosco da sempre, uno stato  d'animo  in bilico tra l'incanto  di  una  natura  suggestiva  e  trasognata  ed il  peso  di  un  presente tormentato ed angoscioso.
          Conosco da sempre le sue esperienze di artista, la sua perizia tecnica affinata nel tempo, le sue tensioni  giovanili, la sua vocazione totale ed incondizionata per l'arte,  il  suo  contatto  diretto  ed  immediato con  l'oggetto,  anzi il soggetto del suo quadro. Sarà  una  natura morta o un ritratto o una composizione floreale: sempre la stessa partecipazione affettiva per un  sogno  che  si condensa in colori e figure, in  una  dimensione  suggestiva e cordiale.
Il  tutto è inquadrato  in  un   contesto     luministico avviato verso il tramonto: una luce ovattata si diffonde uniforme sulla tela e chiude in un velo di  malinconia  quelle composizioni addensate, che  lasciano senza   respiro,  come  se   l'artista   avesse   paura dell'ignoto  e  del vuoto, come se  cercasse  di  fugare presenze misteriose ed inquietanti.
          Il  Salento, la campagna romana, la Sardegna:  tre esperienze di vita, tre tappe di un itinerario umano ed  artistico   che  certamente  hanno  lasciato  un   segno  profondo   nella  sua  produzione,  anche se  non  si   intravedono i contrasti luministici e la solarità  calda  e pregnante della sua terra d'origine o della sua patria d'adozione. Senza fare riferimento agli  impressionisti   francesi ed  italiani di  fine Ottocento,  possiamo riconoscere  nei suoi quadri il paesaggio laziale con i suoi colori morbidi e sfumati, come addolciti e  sfumati  dal  tempo sono i ricordi della fanciullezza passata  in  quei luoghi.
          Ma  forse  nei suoi quadri cercheremo  invano  una   natura  concreta e ben definita, perché egli ritrae  uno stato d'animo, il sogno sfuggente  di   una   terra  accarezzata e lontana, sentimenti semplici e veri in  un   mondo  che egli vorrebbe migliore, ma che  vede  immerso  nel caos.
          Anche questo groviglio di male raffigura Luigi  De Giovanni:  toni  cupi di colori  lasciati  cadere  sulla  tela,  simboli stilizzati di una prigione  difficile  da scalare,  incubi ricorrenti nella notte  dell'inconscio, richiesta  angosciosa d'aiuto, frecce che guidano  verso il nulla, scale aggrappate alla speranza che un  giorno,  forse,  potrà  guardare  al di là del  muro  e  cogliere  finalmente  quei  fiori così amorevolmente  ed  a  lungo  accarezzati".

        Oggi una nuova mostra si presenta a noi con un titolo particolare, un titolo che ci rende curiosi: "Uomo del mio tempo", una poesia che ci richiama la figura di Salvatore Quasimodo, uno dei più grandi scrittori del Novecento, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1959. Nato a Modica (Ragusa) nel 1901, si trasferì a Messina nel 1908 dove frequentò un Istituto Tecnico, subì l'esperienza del terremoto e conobbe Elio Vittorini. Successivamente si trasferì a Roma, si avviò verso gli studi di latino e greco ed  iniziò a comporre dei versi. Nel 1929 si trasferì a Firenze e poi a Milano, dove pubblicò La raccolta "Acque e terre" accostandosi al decadentismo con influssi letterari di Pascoli, D'Annunzio, Mallarmè, Rimbaud, Baudelaire, Valery. Nel 1947 pubblica la raccolta "Giorno dopo Giorno" da cui è ricavata la lirica:" Uomo del mio tempo" che stiamo per leggere. Muore ad Amalfi nel 1968.

         Anche la vita di Luigi De Giovanni è stata un passaggio tra Specchia, Roma e la Sardegna, ma negli studi ha seguito sempre quelli dell'arte fino all'Accademia dell'Arte di Roma.

        Leggiamo la poesia che dà il titolo alla mostra.  (Riflessioni)

       La guerra, il sangue, la distruzione, la morte: la storia si ripete da Caino fino ai nostri giorni e continuerà nel tempo senza speranza di riscatto. E' ciò che si vede in queste tele di Luigi De Giovanni pervase da un profondo pessimismo per l'oggi ed anche per il domani. Il colore rosso domina incontrastato in tutti i suoi quadri, alcuni dei quali si lasciano squarciare da colori diversi, come se tra tanto dolore l'artista volesse aprire un varco alla speranza, malgrado i segni di morte affliggano i nostri giorni. Basta guardarci intorno,  aprire un giornale, ascoltare la televisione, per capire che il mondo si proietta verso un futuro sempre più cupo: mistero e minaccia sono i nostri fratelli di oggi. Caino ritorna in tante persone che, anche in nome di una religione, stuprano, uccidono, decapitano in segno di sfida. Messico, Guatemala, Colombia, Palestina,  Siria,  Iran, Iraq, Libia, Somalia, Centro Africa sono alcuni teatri di guerra. Papa Francesco nell'anniversario dell'inizio della Grande Guerra sul sagrato di Re di Puglia il 13 settembre di quest'anno ha parlato di:" Guerra mondiale a pezzi ". Il mare Mediterraneo quasi ogni giorno inghiotte migliaia di persone costrette a fuggire dai loro paesi per la fame o le guerre intestine. 
Nei quadri di Luigi De Giovanni vediamo stesi panni di rosso-sangue che coprono le tombe di tante donne e bambini colpevoli solo di essere nati in quei luoghi. Fame, malattie ed abbandono sono i loro compagni di una breve non-vita. E questo noi vediamo nei quadri di questa mostra dove, malgrado tutto, ci sembra di scorgere dei segni di  speranza nei pochi passaggi di azzurro dove il cielo cerca di aprirsi un varco  e dove lo stesso rosso-sangue si ravviva in una dimensione di amore e di vita perché, ricordiamolo, il sangue è anche e soprattutto la linfa che fa battere il cuore di ogni creatura dall'inizio del suo concepimento.
         Concludiamo augurandoci che questa mostra, trascorsa la notte del dolore, si apra alla speranza ed alla gioia di un mondo migliore.